COVID-19: adempimenti privacy ai fini delle modalità di ingresso in azienda
Con riferimento agli adempimenti privacy per le modalità di ingresso in azienda previste dal “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” emanato dal Ministero della Salute in data 14 marzo 2020, laddove sia previsto, il controllo della temperatura corporea del personale prima dell’accesso ai locali costituisce un trattamento di dati personali da sottoporre alla normativa vigente in materia di privacy.
In particolare, il titolare del trattamento è tenuto a definire misure tecniche e organizzative adeguate a proteggere i dati secondo il principio di privacy by design di cui all’art.25 del Regolamento UE 2016/679 mettendo a punto una specifica procedura che, compatibilmente con l’emergenza, sia in grado di:
- individuare i soggetti preposti al rilevamento della temperatura autorizzandoli in maniera specifica e fornendo loro le istruzioni operative da rispettare per la protezione delle informazioni che raccolgono;
- privilegiare tutti i possibili accorgimenti finalizzati alla sola rilevazione della temperatura, senza quindi registrare i dati;
- predisporre e fornire a ogni lavoratore una apposita informativa limitata alle sole finalità di contenimento del Coronavirus, anche oralmente, omettendo, secondo il principio di minimizzazione, tutte le informazioni di cui il lavoratore sia già in possesso, ossia quelle già presenti nell’informativa privacy fornitagli al momento dell’assunzione o aggiornata nel corso del rapporto di lavoro;
- assicurare la riservatezza delle informazioni relative al possibile contagio da Coronavirus sia in caso di allontanamento momentaneo dovuto al superamento della soglia di temperatura di sicurezza (37,5°C), ma anche nel caso in cui il lavoratore comunichi ai referenti interni preposti di aver avuto, al di fuori del contesto aziendale, contatti con soggetti risultati positivi al virus, oppure nel caso di allontanamento del lavoratore che durante l’attività lavorativa sviluppi febbre e sintomi di infezione respiratoria, e dei suoi colleghi.
Si segnala inoltre che, anche nel caso in cui venga richiesto il rilascio di una dichiarazione attestante la non provenienza dalle zone a rischio epidemiologico e l’assenza di contatti, negli ultimi 14 giorni, con soggetti risultati positivi al COVID-19, l’acquisizione della dichiarazione costituisce attività di trattamento dati che anche in questo caso deve tendere a limitare le informazioni a quelle strettamente necessarie.
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